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Les Inconnus

2016...

La serie “degli sconosciuti” nasce da una riflessione sulla maniera di osservare la Natura e la natura delle cose. Partendo dal presupposto che tutto quel che vediamo, di fatto ci diventa noto, qui desidero mettere a fuoco un altro aspetto del medesimo concetto, cioè  affermare, ancora una volta, che tutto ciò che vediamo è essenzialmente ciò che non ci è noto.

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Siamo abituati, in maniera più o meno conscia, a determinare se un’immagine ci interessa a partire da come si presenta e di come ci è stata raccontata, pertanto un qualsivoglia paesaggio di campagna può essere considerato meno bello o persino inutile se messo a confronto con un bucolico panorama di una rinomata località. Lo stesso vale per altri soggetti. Troviamo interessanti le opere d’arte più famose, le pellicole di richiamo, le fotografie iconiche. Eppure esistono altre culture a noi vicine, nel passato e nel presente, che considerano l’esibizione pubblica o la raffigurazione di un volto persino illecita. A tal proposito ho esteso la mia riflessione sul fatto che si considera “ritratto” soltanto il volto di una persona o il muso di un animale. Mai, se non in casi speciali si ritraggono altre parti del corpo, come ad esempio: arti, mani e piedi per definire una persona.

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Mi domando dunque, se presentare degli anonimi paesaggi agricoli nel momento in cui vi camminano delle  gambe di proporzioni titaniche possa produrre un effetto differente nello sguardo di chi osserva.  Un terzo effetto capace di superare le categorie del bello e del brutto.

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È mia personale opinione che lo straniamento prodotto dalla giustyapposizione di soggetti  generalmente bollati come privi d’interesse, uniti tra loro da un ignoto fenomeno, sia capace di generare l’effetto del mistero.

La dimensione dell’ignoto affascina perché attinge direttamente ai recessi più profondi della nostra cultura umana come i miti e le leggende. Quella materia non intellegibile improvvisamente ci pervade la mente e ci sorprende, ci affascina perché assume la consistenza del dubbio, di un’ansia, del desiderio di scoperta. Una visione misteriosa è senza ombra di dubbio capace di produrre reazioni  a catena, infatti ciò che prima appariva di scarso interesse, ora,  genera curiosità in chi osserva e forse persino una rinnovata sete di conoscenza.

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